Oggi come 30 anni fa (e più) la condensa superficiale e la muffa nei muri hanno sempre avuto un posto nelle nostre case sia per motivi costruttivi dell’immobile stesso, sia per motivi comportamentali dei suoi inquilini, ma non per questo dobbiamo tollerarne la presenza.

Ma da cosa dipendono queste sgradevoli situazioni?

Gli immobili odierni, per rientrare nella attuale normativa, vengono edificati con concetti energetici che prevedono il largo uso di materiali isolanti che però, se non posti con la dovuta perizia, possono  peggiorare la situazione abitativa  interna creando il cosiddetto “ponte termico”. 
Si definisce ponte termico le discontinuità costruttive presenti in qualsiasi struttura edile, sia essa costruita con tecniche tradizionali sia con tecniche industrializzate (fonte Wikipedia). In pratica il ponte termico è ciò che si può provare sulla nostra pelle restando al freddo (es. 0°) vestiti normalmente e senza guanti (il freddo è costante su tutto il corpo e non si nota un gran differenza se le mani non sono coperte) oppure essere ben vestiti ma sempre senza guanti (il corpo sta bene ma le mani ghiacciate trasfericono il disagio su di esso causando un malessere diffuso), è un malessere che la nostra abitazione evidenzia. Proprio nel ponte termico, nel malessere dell'abitazione, si forma la famigerata condensa superficiale seguita inesorabilmente dall'odiata muffa ad incorniciare le nostre pareti.
La condensa superficiale si forma con il concatenarsi di due fattori fisici che sono la Temperatura Superficiale delle pareti interne e la concentrazione di vapore contenuto nell’aria (Umidità Relativa), tale condensa è terreno idoneo per le muffe. La soluzione a questo problema non sempre è semplice, si può ricorrere a metodi tipo il cappotto interno, il cappotto esterno o le tinte termiche, diverse soluzioni per diversi tipi di soluzione (più o meno definitiva). Le pitture antimuffa non risolvono il problema termico, ma a breve tempo solo quello igienico. 

Come riconoscere le cause di condensa o muffa?